"Giorno 122" è un progetto multimediale italiano composto da:
- un cortometraggio dal titolo “Giorno 122” (di Fulvio Ottaviano e Stefano Soli) presentato al festival di Venezia nel 2005
- un lungometraggio cinematografico dal titolo ” MIA” (di Fulvio Ottaviano e Stefano Soli) realizzato nel 2012 e mai distribuito
- un romanzo dal titolo “Giorno 122” (di Stefano Soli) pubblicato nel 2021
Genesi del Romanzo
Questo è un romanzo che parte da lontano, che scaturisce dall’indignazione di due autori che nel remoto 2004 intravedono all’orizzonte la disastrosa china che sta imboccando il mondo: buonismo in luogo di bontà, macelleria sociale, imbarbarimento culturale, e la stolta, miope indifferenza per l’ambiente.
Con l’apporto di attori e tecnici, viene girato un corto propedeutico al reperimento delle finanze necessarie per la realizzazione del film.
Al festival di Venezia del 2005 i nostri “sopravvissuti” vedono la luce. E’ l’inizio di un lungo cammino…
Trailer
Estratti Video
L'onda acustica si propagò dal magazzino degli attrezzi. Compressa e ingigantita dall'angustia dello spazio fuggì accelerando lungo il corridoio. Strozzata e più volte raddoppiata dal rimbalzo sul cemento, la detonazione raggiunse il capannone, manifestandosi in tutta la potenza.
Il ragazzo ritornò a fissare le sagome che andavano svanendo all'orizzonte. Uomini e donne avevano quasi terminato di attraversare la pianura, fra poco sarebbero scomparsi, fagocitati dal bosco che intendevano varcare. E loro sarebbero rimasti isolati, in quattro nella spianata gelida, senza poter far altro che aspettare.
Il paese suonava il suo concerto. Schianti, cigolii, sgocciolamenti, stridore di cardini. Un organismo palpitante, nutrito dagli spiriti rimasti intrappolati in questo luogo. Il paese parlava in loro vece, restituiva bisbigliando i loro sogni, le loro aspirazioni.
Backstage
Una nube grigia correva loro incontro. Li investì con violenza devastante. La tramontana sparava sui volti cristalli di ghiaccio affilati come lame, tenere gli occhi aperti era un'impresa. Il vento fischiava nelle orecchie, rendeva tutto più pauroso e complicato.